Investire nei mercati emergenti ha senso?

Investire nei mercati emergenti

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Investire nei mercati emergenti può offrire opportunità interessanti, ma comporta anche dei rischi significativi. In questo articolo esploreremo i vantaggi e i rischi legati a queste asset class, analizzando le ragioni per cui potrebbe essere interessante includerle in un portafoglio e quelle per cui, invece, potrebbe essere meglio evitarle. Vediamo insieme una panoramica completa per capire se e quando ha senso considerare i mercati emergenti come parte della propria strategia di investimento.

Definizione di mercati emergenti

Il termine “mercati emergenti” è abbastanza recente, viene utilizzato per la prima volta nel 1981 per distinguere alcuni paesi in rapida crescita che fino a quel momento erano considerati come paesi del terzo mondo. 

In generale, quando parliamo di paesi emergenti parliamo di paesi con grandi potenzialità economiche e allo stesso tempo una crescita economica sostenuta, quindi con una popolazione in crescita e una forte crescita del PIL.

Ad ogni modo, non esiste una definizione univoca di paese emergente. Questo si nota ad esempio anche in ambito finanziario quando andiamo a vedere la composizione dei fondi sui mercati emergenti. Confrontando MSCI e FTSE ad esempio, la Corea del Sud viene considerata come paese emergente da MSCI e come paese sviluppato da FTSE.

Azioni dei mercati emergenti

Concentrandosi sulle azioni, è importante notare come ci siano delle differenze all’interno dei mercati emergenti. Si tratta infatti di mercati abbastanza eterogenei sia in termini di tipologie di imprese che di comportamento all’interno del mercato stesso.

Una prima distinzione infatti andrebbe fatta fra mercati emergenti esclusa la Cina e la Cina stessa. Se guardiamo l’andamento negli ultimi 5 anni circa, vediamo che la correlazione tra i rendimenti di questi strumenti è scesa drasticamente. Negli ultimi 5 anni la Cina è stata sempre meno correlata all’andamento dei mercati emergenti e questi ultimi (escludendo la Cina) hanno avuto rendimenti molto più simili a Stati Uniti, Europa e Giappone.

Correlazione tra mercati emergenti ex Cina e resto del mondo

Se andiamo a fare invece un’analisi settioriale, vediamo che la composizione di un indice azionario che include la Cina o che la esclude ha dei pesi particolarmente distinti. In particolare, vediamo come nell’indice cinese ci sia un peso maggiore per consumi discrezionali e telecomunicazioni

Inoltre, negli ultimi anni si è spesso parlato delle valutazioni della Cina. C’è da considerare che la Cina tra i vari paesi emergenti è quello con la marginalità peggiore, intorno al 5%, contro una marginalità fra il 6 e il 22% per gli altri paesi emergenti. 

Motivi per investire nei mercati emergenti

Vediamo ora una serie di motivi per cui dovresti investire nei mercati emergenti.

Mercati emergenti e diversificazione di portafoglio

Il primo motivo per cui dovresti investire nei mercati emergenti è la diversificazione di portafoglio che possono portare. Data la possibilità per gli investitori di allocare la propria liquidità sui mercati azionari di tutto il mondo, potrebbe essere vista in un certo senso come un limite l’esclusione della parte relativa ai mercati emergenti. 

Questa diversificazione non vuol dire mancanza di correlazione, in caso di shock di mercato all’interno dei paesi sviluppati probabilmente anche i paesi emergenti infatti sarebbero coinvolti. Si tratta piuttosto di una diversificazione di lungo periodo. Da qua a dieci anni possiamo essere sicuri che non sia uno dei paesi emergenti a crescere di più i propri utili per azione, contrariamente a quanto successo negli ultimi dieci anni?

Risultati passati non sono anche risultati futuri

Se nel 2012 ci fossimo concentrati sui risultati degli ultimi 12 anni, nessuno avrebbe incluso gli Stati Uniti all’interno dei propri portafogli perchè avevano avuto un rendimento pari a zero. Se ora nel 2024 andiamo al contrario a creare un portafoglio 100% Stati Uniti perchè i rendimenti degli ultimi anni sono stati molto alti e allo stesso tempo andiamo ad escludere i mercati emergenti per i rendimenti storici bassi che hanno avuto, potremmo andare a fare proprio lo stesso errore.

Il fatto che i rendimenti siano stati più bassi nel corso degli ultimi anni non ci dice che saranno più bassi anche nel corso dei prossimi anni. Per ovvie ragioni i multipli all’interno dei mercati emergenti sono più bassi, però stiamo parlando di multipli price to earnings attesi per i prossimi 12 mesi pari a poco meno di 12, quindi un multiplo relativamente basso se confrontato con i mercati sviluppati e soprattutto con gli Stati Uniti.

Quindi, i paesi emergenti potrebbero essere inseriti all’interno di un portafoglio ipotizzando una regressione verso la media dei rendimenti complessivi.

I paesi emergenti sono ricchi di risorse naturali

Proseguiamo con un ulteriore motivo per cui dovresti investire nei mercati emergenti, ossia le risorse naturali. 

Molti dei paesi emergenti sono infatti ricchi di risorse naturali, di conseguenza l’andamento dell’indice azionario dei Mercati Emergenti è molto correlato con le principali materie prime, come ad esempio il ferro e il rame. In questo caso abbiamo grandi prospettive per il lungo periodo, infatti ad esempio il rame ha una grande importanza per tutto quello che riguarda la decarbonizzazione, il passaggio alle macchine elettriche, i data center, la creazione di infrastrutture, etc.. Le attese sono quelle di una crescente domanda di rame e quindi del suo prezzo, questo potrebbe beneficiare indirettamente i mercati emergenti.

Motivi per NON investire nei mercati emergenti

Vediamo ora invece una serie di motivi per cui non dovresti investire nei mercati emergenti.

Crescita economica non vuol dire rendimenti

Il motivo numero uno per cui non dovresti investire nei mercati emergenti è che crescita economica non per forza si traduce in una crescita degli utili e in particolare in una crescita degli utili per azione. La correlazione fra crescita del PIL e crescita degli utili aziendali non è esattamente diretta e spesso i paesi emergenti hanno fatto fatica a tradurre la loro crescita economica in una crescita degli utili. Il motivo più rilevante è dovuto alla diluizione degli azionisti, in particolare in Cina per ragioni di aumenti di capitale e ribilanciamenti degli indici si è verificata una forte diluizione negli anni e questo ha avuto per ovvie ragioni un impatto negativo sugli utili per azione. Questo è esattamente il contrario di quanto è avvenuto negli Stati Uniti come vediamo da questo grafico.

Diluizione azioni paesi emergenti

Volatilità elevata

La seconda ragione per cui non dovresti investire nei mercati emergenti è la volatilità elevata. Sicuramente investire nei mercati emergenti comporta dei rischi maggiori rispetto ai mercati sviluppati, comporta anche una volatilità maggiore e quindi i cali di mercato potrebbero essere più pronunciati rispetto ai mercati sviluppati.

Il passaggio successivo quindi è, potremmo attenderci data l’elevata volatilità e il rischio maggiore anche redimenti superiori? Sulla carta sì, però se andiamo ad analizzare i risultati storici non è stato proprio così. Come vediamo da questo grafico che paragona i rendimenti fra diversi portafogli con e senza mercati emergenti al loro interno.

Quello che si nota appunto è un rendimento minimo del portafoglio con mercati emergenti leggermente più basso, in cambio però di un rendimento storico più basso. Sulla parte 60 – 40 l’inserimento dei mercati emergenti è addirittura peggiorativo su tutti i fronti.

Rendimenti portafogli con mercati emergenti

I costi degli investimenti nei mercati emergenti

Parliamo ora di un ulteriore motivo per cui non dovresti investire nei mercati emergenti, i costi. Generalmente gli strumenti per investire nei mercati emergenti sono leggermente più cari, non ci sono delle grosse differenze però se andiamo a prendere ad esempio l’indice MSCI Emerging Markets il costo è dello 0,18% contro un 0,03% di un ETF ad accumulazione sull’SP 500. Anche se andiamo su strategie più specifiche, come ad esempio quella Value, vediamo che l’MSCI Emerging Markets Value ha un costo dello 0,40% contro l’ETF generico MSCI Value che ha un costo dello 0,25%.

Disaster risk

L’ultimo punto per cui non dovresti investire nei mercati emergenti, a mio avviso molto rilevante, è il Disaster risk. Stiamo parlando del rischio di eventi catastrofici, in questo caso considerando le tensioni geopolitiche attualmente presenti sarebbe quantomeno miope non considerare anche questo rischio ed eventuali effetti di coda, come ad esempio perdere anche tutto il nostro investimento. 

Certo, questa potrebbe essere una situazione che potrebbe riguardare un singolo mercato emergente, però se fosse un mercato emergente importante come ad esempio la Cina potrebbe avere comunque un impatto significativo sull’indice complessivo.

Davide Ravera

Davide Ravera

Ciao, sono Davide Ravera, consulente finanziario indipendente iscritto all'Albo e al CFA Program. Dopo esperienze come analista equity, risk management e portfolio management presso due importanti banche austriache, ho intrapreso la strada come consulente finanziario autonomo per poter aver un impatto positivo sulle scelte finanziarie delle persone.