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Dichiarazione dei redditi 2025 per investimenti in regime dichiarativo: guida completa

Denuncia dei redditi 2025 - conto dichiarativo

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La dichiarazione dei redditi del 2025 (relativa all’anno fiscale 2024) introduce importanti novità per chi investe in regime dichiarativo. Questa guida spiega in modo chiaro cosa cambia, come funziona il nuovo Modello 730 e perché è essenziale prestare attenzione alla gestione fiscale dei propri investimenti.

Regime amministrato vs dichiarativo: una distinzione fondamentale

Chi investe con un intermediario italiano, come una banca tradizionale, rientra quasi sempre nel regime amministrato. In questo caso, non è necessario compilare nulla in dichiarazione: sarà l’intermediario stesso a trattenere le imposte dovute su plusvalenze, dividendi e altri redditi da capitale.

Diverso è il caso di chi utilizza broker esteri (Interactive Brokers, Degiro, eToro, Trading 212, Revolut ecc.): in questo scenario si rientra nel regime dichiarativo, che impone all’investitore l’onere di dichiarare e pagare autonomamente le imposte, oltre che di monitorare i propri investimenti detenuti all’estero. La dichiarazione è obbligatoria anche in assenza di movimenti rilevanti o di profitti significativi.

Novità 2025: tutti i quadri del Modello Redditi sono ora nel 730

La novità più rilevante riguarda l’inclusione, per la prima volta, di tutti i quadri fiscali rilevanti per gli investimenti all’interno del Modello 730. Fino al 2024, infatti, i quadri RL, RM, RT e RW erano presenti solo nel Modello Redditi Persone Fisiche, obbligando molti investitori a una seconda dichiarazione. Ora, con l’estensione del 730 ai quadri D, M, T e W, chi ha un reddito da lavoro dipendente o pensione può gestire l’intera dichiarazione con un unico modello.

Questa semplificazione è particolarmente vantaggiosa per i lavoratori dipendenti con investimenti in ETF, azioni estere o criptovalute.

Funzione dei singoli quadri fiscali

Quadro D (ex RL)Redditi da capitale tassati a IRPEF
Riguarda proventi soggetti a tassazione ordinaria, come gli ETF non armonizzati. Questi redditi si sommano al reddito complessivo IRPEF e influiscono su aliquote e detrazioni.

Quadro M (ex RM)Redditi da capitale soggetti a imposta sostitutiva
Include plusvalenze non compensabili e dividendi esteri. È spesso utilizzato per ETF armonizzati detenuti presso broker esteri.

Quadro T (ex RT)Redditi diversi
Qui si dichiarano le plusvalenze e minusvalenze su strumenti finanziari come azioni, ETF e criptovalute. È il quadro centrale per compensare le minusvalenze pregresse.

Quadro W (ex RW)Monitoraggio fiscale degli investimenti esteri
È obbligatorio per chi detiene attività finanziarie all’estero, anche con importi minimi. Il quadro RW serve solo al monitoraggio, ma la sua omissione è sanzionabile.

Denuncia dei redditi 2025 - conto dichiarativo

Minusvalenze: attenzione alla scadenza

Uno degli aspetti più importanti del regime dichiarativo è la gestione delle minusvalenze. Queste si dichiarano nel Quadro RT/T e possono essere utilizzate per compensare plusvalenze future entro quattro anni dalla loro generazione.

Ad esempio, le minusvalenze generate nel 2020 devono essere utilizzate nella dichiarazione 2025, altrimenti andranno perse. Una pianificazione fiscale consapevole consente di sfruttarle in modo efficiente.

Attenzione alla doppia imposizione

Il rischio di doppia imposizione fiscale è frequente con dividendi o interessi esteri. È importante verificare se esiste una convenzione tra Italia e il paese estero e, se previsto, applicare il credito d’imposta nel quadro CE (disponibile solo nel Modello Redditi).

La tassazione delle criptovalute nella dichiarazione 2025

Dal 2023, le plusvalenze su criptovalute superiori a 2.000 euro annui sono soggette a un’imposta sostitutiva del 26%. Inoltre, tutte le cripto-attività su wallet esteri devono essere monitorate nel quadro RW, incluse quelle su piattaforme DeFi.

Il ruolo di Moneyviz: semplificare la compilazione

Per chi ha molteplici conti o investimenti complessi, Moneyviz rappresenta una soluzione utile e automatizzata per semplificare la compilazione dei quadri fiscali. Il servizio è in grado di elaborare i file generati dai principali broker online, inclusi quelli esteri, e di generare in automatico i dati necessari per compilare correttamente sia il Modello 730 che il Modello Redditi.

Oltre alla gestione delle posizioni finanziarie classiche, Moneyviz supporta anche la dichiarazione delle cripto-attività, spesso difficili da classificare correttamente in autonomia. Un altro vantaggio importante è la possibilità di recuperare e tenere traccia delle minusvalenze pregresse, un aspetto cruciale per chi vuole ottimizzare il carico fiscale. Infine, chi accede al servizio tramite la mia segnalazione può usufruire di uno sconto dedicato con il codice RAVERA2025, rendendo ancora più conveniente l’utilizzo della piattaforma.

Conclusioni: più semplice, ma non meno delicato

Il nuovo 730 è un passo avanti, ma la corretta dichiarazione rimane una responsabilità individuale. Ogni investimento all’estero, ogni dividendo, ogni guadagno va riportato nei quadri fiscali corretti. È quindi fondamentale informarsi, pianificare e, se necessario, farsi affiancare da un consulente finanziario indipendente.

FAQ: Domande frequenti su Dichiarazione dei redditi 2025 per investimenti in regime dichiarativo

Sì. In regime dichiarativo, anche se non hai realizzato guadagni, sei tenuto a dichiarare i tuoi investimenti all’estero nel quadro RW.

Sì, a partire dalla dichiarazione 2025, anche le criptovalute devono essere monitorate nel quadro W e, se vendute, dichiarate nel quadro T.

Se contiene strumenti finanziari, va comunque dichiarato, anche con soli 15 euro. La soglia dei 5.000 euro vale solo per conti correnti esteri ai fini IVAFE.

Puoi recuperarle se le hai dichiarate nei quattro anni precedenti nel quadro RT. Servizi come Moneyviz ti aiutano a importare automaticamente questi dati.

Sì, con la novità 2025 puoi compilare tutto direttamente nel 730, usando i nuovi quadri D, M, T e W. Attenzione però: serve comunque precisione.

Omettere il quadro RW comporta sanzioni anche elevate, indipendentemente dall’ammontare investito.

Sì, l’interfaccia è guidata e pensata anche per chi non ha competenze fiscali avanzate. In pochi minuti permette di generare tutti i quadri richiesti.

Sì, è consigliabile se si gestiscono più strumenti o operazioni complesse. Un consulente indipendente può evitare errori e ottimizzare il carico fiscale.

Ogni broker ha una guida specifica. Basta esportare i file fiscali richiesti (di solito file CSV, PDF o Excel) e caricarli sulla piattaforma.

Dipende dalla natura dell’intermediario e dalla tipologia di titolo. In genere, i dividendi esteri non soggetti a ritenuta alla fonte vanno nel quadro M.

Sì, entrambe sono considerate redditi diversi, quindi è possibile effettuare la compensazione nel quadro T, purché siano rispettati i requisiti temporali.

Controllando l’estratto conto del broker e consultando le convenzioni contro le doppie imposizioni. Se c’è stato un prelievo eccessivo, potrebbe essere richiesto il rimborso all’estero o un credito d’imposta in Italia.

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Davide Ravera
Ciao! Sono Davide Ravera, autore di questo articolo, consulente finanziario indipendente iscritto all’Albo OCF e Chartered Financial Analyst®. Come consulente autonomo lavoro nell’esclusivo interesse dei miei clienti, affiancandoli nella gestione degli investimenti e nelle scelte finanziarie più importanti. Se desideri iniziare un percorso di consulenza con me, puoi prenotare qui sotto la tua prima chiamata gratuita.
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Davide Ravera
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