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Come diventare consulente finanziario

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Immagina di poter consigliare i tuoi clienti in totale libertà, senza pressioni commerciali né retrocessioni occulte—solo la tua competenza, la loro fiducia e un compenso trasparente concordato a parcella. È questa la promessa della consulenza fee-only, un modello che sta conquistando sempre più risparmiatori italiani alla ricerca di soluzioni davvero su misura, libere da conflitti d’interesse.

Ma chi è davvero il consulente finanziario indipendente? A differenza del consulente “abilitato all’offerta fuori sede”, che collabora con una banca o una SGR e può percepire commissioni sui prodotti collocati, il professionista indipendente opera per statuto senza legami distributivi: non detiene i patrimoni dei clienti, non riceve incentivi sulle vendite e si fa pagare solo per la qualità dei propri consigli. Il risultato? Un rapporto fiduciario più puro, in cui l’unico metro di successo è la crescita del portafoglio del cliente, non il margine della casa prodotto.

In questa guida ti accompagnerò passo dopo passo: dai requisiti normativi e l’esame OCF alle scelte operative (ditta individuale o SCF), fino alle strategie necessarie per farti trovare dal pubblico giusto. Alla fine avrai in mano una roadmap pratica, completa di checklist, costi e tempistiche, per trasformare la tua vocazione in una carriera indipendente e sostenibile. Pronto a iniziare il percorso?

Vantaggi di essere indipendente

Passare al lato “fee-only” vuol dire, prima di tutto, giocare a campo libero: nessun capo prodotto che spinge il fondo del mese, zero retrocessioni da giustificare e massima libertà di consigliare ciò che serve davvero al cliente. Questo si traduce in fiducia immediata, quando spieghi che guadagni solo dalla parcella, le difese si abbassano e il dialogo diventa trasparente.

In più, hai la possibilità di modulare il tuo modello di business: tariffa oraria, flat fee o abbonamento annuale, scegli tu cosa funziona meglio. Dal punto di vista della crescita professionale, l’indipendenza è un megafono: ti posizioni come “consulente dalla parte del cliente”, ti differenzi dal mare dei promotori legati alle reti bancarie e diventi un magnete per quel segmento di investitori che cerca soluzioni personalizzate, non cataloghi pre-confezionati.

Aggiungi la gestione flessibile dell’agenda, niente tour de force per raggiungere budget trimestrali, e un perimetro normativo chiaro che tutela la tua reputazione, e capisci perché sempre più professionisti scelgono di mettersi in proprio. Insomma: più autonomia, più credibilità, più spazio per far brillare la tua competenza.

Come diventare consulente finanziario

Per diventare consulente finanziario, bisogna superare una prova valutativa presso le sedi territoriali dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari (OCF). Questo esame è regolamentato dalla CONSOB e dalla Banca d’Italia.

L’esame è tenuto in una sede individuata dalla Sezione territoriale OCF, presente a Roma, Milano, Venezia e Palermo. La prova è subordinata alla presentazione di una domanda per essere ammessi alla prova valutativa.

Gli appelli si svolgono durante tutto l’anno ed è possibile consultare il calendario delle prove sul sito dell’Organismo. La domanda di partecipazione alla prova deve essere inoltrata attraverso il modulo online presente sul sito dell’OCF, unitamente alla relativa quota di iscrizione.

Esame per diventare consulente finanziario

L’esame per diventare consulente finanziario consiste in un quiz composto da 60 domande a risposta multipla. Il questionario è composto da 28 quesiti teorici del valore di 2 punti; 12 domande su temi pratici, anch’esse da 2 punti, e 20 quesiti di teoria che valgono 1 punto. Quattro le risposte proposte, delle quali sono una è quella corretta.

  • Diritto mercato finanziario (che ha 2000 quesiti)
  • Matematica ed economia finanziaria (1600 quesiti)
  • Diritto previdenziale e assicurativo (500 quesiti)
  • Diritto privato e commerciale (400 quesiti)
  • Diritto tributario (500 quesiti)
 

Se vuoi scoprire come passare l’esame da consulente finanziario ti consiglio di leggere questo articolo. Di seguito invece altri due esami che sono riuscito a superare sempre nell’ambito consulenza finanziaria, il CFP e il CFA

Iter di iscrizione all’Albo: metti il turbo alla burocrazia

Iscriversi all’Albo dei consulenti indipendenti non è l’odissea che molti temono: con SPID, PEC e firma digitale a portata di mano entri nell’area riservata OCF, compili i campi online e trasformi tutti i documenti – diploma, esito dell’esame, polizza RC, carta d’identità e la corposa relazione sul programma di attività – in un unico PDF firmato digitalmente. Carichi il file, paghi il contributo istruttorio con carta (circa 350 € se agisci entro un anno dall’esame, qualcosa in meno se sei under 30) e il grosso è fatto.

Da qui parte il conto alla rovescia: l’OCF impiega di norma due o tre mesi per deliberare e, se serve qualche integrazione, te lo chiede via PEC – rispondere in fretta evita di far ripartire l’orologio. Quando la mail di approvazione arriva, dentro trovi il tuo numero di iscrizione ed entri di diritto nell’elenco pubblico: è il momento di aggiornare firme e biglietti da visita, versare la quota annuale (entro metà aprile), tenere viva la polizza RC e collezionare le 30 ore di formazione obbligatoria ogni anno. In pratica, qualche clic ben pianificato oggi ti regala la piena operatività domani.

Come diventare consulente finanziario

Persona fisica o SCF? La forma segue la strategia

Persona fisica o SCF? Scegli in base al ritmo che vuoi dare alla tua crescita. Aprire come libero professionista significa accendere la partita IVA in poche ore, sfruttare il regime forfettario, tenere la contabilità snella e cambiare rotta al volo se il mercato non risponde: l’ideale per testare il terreno senza zavorre.

Se, invece, miri da subito a un brand strutturato, soci al tuo fianco e magari un team di analisti, la Società di Consulenza Finanziaria fa per te: chiede 25 000 € di capitale, un organo di controllo interno e procedure più robuste, ma offre credibilità extra con i clienti istituzionali e la separazione patrimoniale che protegge i beni personali. In pratica: scegli la partita IVA se vuoi restare leggero e veloce, punta sulla SCF se pensi in grande e vuoi scalare senza limiti.

Operatività & compliance: il motore che lavora mentre dormi

Dietro la consulenza scintillante c’è un back-office che non può scricchiolare. Un CRM evoluto tiene al caldo ogni email, telefonata o scadenza; un software di portfolio-reporting traduce performance e costi in grafici che capisce anche il cliente meno tecnico; un archivio cloud conforme a GDPR e ADE salva la tua reputazione in caso di controlli. A questo trio aggiungi le procedure antiriciclaggio—KYC, verifica rafforzata, registri XML—e il quadro è completo.

Automatizza tutto ciò che puoi: ogni ora sottratta alle scartoffie diventa un’ora di consulenza fatturabile. Il mio consiglio è anche quello per quanto possibile di delegare più possibile fin da subito a persone competenti attività su cui possono effettivamente generare un valore aggiunto addizionale rispetto a quello che riusciresti a generare tu. Esempi di queste attività possono essere ad esempio tematiche legali, previdenziali o assicurative con alcuni clienti.

Modelli di business: scegli il vestito che ti calza meglio

Le idee che trovi qui sotto sono spunti generali che reputo utili per far decollare la tua presenza fee-only; prendile come una cassetta degli attrezzi, non come un copione rigido. Ogni consulente ha pubblico, tono di voce e risorse diverse, starà a te sperimentare, scartare ciò che non funziona e costruire il tuo mix personale.

Quando passi alla consulenza fee-only hai cinque “taglie” possibili, e la scelta dipende da cosa vendi, a chi lo vendi e da come vuoi che entrino i soldi in cassa.

  • Parcella oraria – È la forma più immediata: vendi tempo, non prodotti. Funziona alla grande se stai lanciando l’attività e vuoi abbassare la soglia psicologica d’ingresso per nuovi clienti o gestire richieste spot (“Mi controlli questo portafoglio?”). Il vantaggio è la trasparenza cristallina; lo svantaggio è che il fatturato dipende da quante ore lavori, quindi scala poco.
  • Flat fee di progetto – Qui prezzi un pacchetto chiuso: piano finanziario annuale, check-up patrimoniale, revisione previdenziale. È perfetto quando il problema del cliente è ben definito: tu prometti un risultato, lui paga un importo fisso, nessuna sorpresa per entrambi. Ottieni margini più stabili rispetto alla tariffa oraria e, se ottimizzi i processi, aumenti la redditività a ogni progetto successivo.
  • Abbonamento/retainer mensile – Pensa a Netflix ma con i grafici di portafoglio: il cliente versa una quota ogni mese e in cambio riceve incontri periodici, report e accesso prioritario alle tue analisi. Il plus è la ricorrenza dei ricavi che ti permette di pianificare cassa e investimenti; l’attenzione, però, va all’“engagement fatigue”: se il cliente non percepisce valore continuo, disdice abbastanza facilmente.
  • Percentuale su masse (AUM) – Qui guadagni, ad esempio, lo 0,6 % annuo sui patrimoni che supervisori. È il modello più diffuso in USA perché allinea i tuoi incentivi ai rendimenti del cliente: il suo portafoglio cresce, aumentano i tuoi introiti. In Italia resta la scelta top per i patrimoni medio-alti; richiede, però, un solido software di rendicontazione costi/benefici per rispettare MiFID e l’accettazione che il fatturato oscilli insieme ai mercati.
  • Modello ibrido – La maggior parte dei consulenti navigati miscela le opzioni: parcella oraria per i “mini-task”, flat fee per il piano iniziale, AUM o retainer per la gestione ricorrente. Con il mix giusto ottieni entrate diversificate (cuscino anti-crisi) e puoi servire clienti con tasche e necessità diverse.
 

Come decidi quale indossare? Pensa ai tuoi obiettivi di cassa (serve liquidità subito o vuoi scalare?), al profilo dei tuoi clienti ideali (millennial con 50 k? imprenditore con 5 M?) e al valore percepito del servizio: se il cliente associa la tua consulenza a un “progetto-one-shot”, la flat fee è naturale; se ti vede come partner di lungo periodo, retainer o AUM fanno bingo. Non dimenticare la complessità operativa: l’oraria si fattura in un click, l’AUM richiede rendicontazione periodica e tool più robusti.

In pratica: punti a volumi rapidi e test di mercato? parti oraria o flat. Vuoi stabilità e crescita insieme ai portafogli? retainer o AUM. Non vuoi mettere limiti al business? costruisci l’ibrido che bilancia cash-flow immediato e ricavi scalabili.

Marketing & personal branding: diventa il volto della fee-only

Prima di buttarti a capofitto nella promozione della tua attività, sappi che quelli che seguono sono spunti generali, non un copione scolpito nel marmo: ognuno deve cucirsi addosso la strategia. Per farlo, chiarisci subito chi è il tuo target ideale, qual è il tuo fattore differenziante rispetto agli altri consulenti (prezzo, metodo, nicchia ESG, focus PMI …), e quali canali parlano meglio a quel pubblico. Una volta fissati questi tre pilastri, potrai decidere dove comunicare e cosa raccontare davvero.

Pensa alla tua attività come a un micro-media con linea editoriale limpida: scegli due canali principali—LinkedIn per l’autorevolezza, Instagram o YouTube per lo storytelling visivo—e programma, per esempio, un post tecnico ogni lunedì (analisi di un portafoglio reale, numeri alla mano) e un reel/short il giovedì in cui spieghi in 60 secondi perché “zero retrocessioni” fa dormire sonni tranquilli. Affianca una newsletter settimanale o mensile con template fisso (intro breve, grafico prima/dopo, call-to-action per una discovery call gratuita). Ogni trimestre ospita un webinar live da 30 minuti su Zoom: limite a 50 partecipanti, slide PDF spedite subito, mini-survey di tre domande nella mail di follow-up per capire quali temi desiderano—così il palinsesto lo costruisci sui loro bisogni, non sul tuo ego.

In parallelo coltiva alleanze con commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro: offri mini-workshop ai loro clienti, chiedi in cambio visibilità in newsletter e social; è co-marketing quasi a costo zero che porta il tuo nome in nicchie già profilate. E martella ovunque la tua USP“fee-only, zero conflitti”: mettila nella headline LinkedIn, nella firma e-mail, nel banner YouTube. La ripetizione coerente fissa la tua differenza nella mente del pubblico e trasforma il passaparola nel tuo acceleratore naturale di contatti.

Adatta, testa, misura, aggiusta. L’indipendenza ti permette di cambiare rotta quando serve: sperimenta, tieni ciò che funziona e lascia andare il resto—la strategia giusta è quella che riflette la tua personalità, il tuo mercato e i tuoi obiettivi di crescita.

Formazione continua: upgrade obbligatorio del “software” umano — versione potenziata

Se l’OCF ti chiede 30 ore di aggiornamento l’anno, prendilo come il “minimo sindacale” — un po’ come fare dieci piegamenti e dire di aver fatto palestra. Per crescere davvero costruisci un piano di studio triennale: suddividi l’anno in trimestri, assegna a ciascuno un focus (per esempio Q1 = mercati e asset allocation avanzata, Q2 = ESG & finanza sostenibile, Q3 = fintech e data-analytics, Q4 = soft-skill e behavioral finance) e blocca in agenda due mezze giornate al mese solo per la tua formazione. Puoi scegliere la combinazione che preferisci fra corsi accreditati OCF (Ocafina, ABF, AIEF), master brevi universitari, certificazioni internazionali come CFA, CIPM, EFPA ESG Advisor o, se lavori molto con PMI e startup, il nuovo Certified Venture Finance Analyst lanciato nel 2025. Imposta un budget: il benchmark di mercato è di destinare dal 3 al 5 % dei ricavi annui al reskilling; se fatturi 80 000 €, stanzia almeno 2 500 € fra corsi online, conference pass e manuali.

Per non perderti nel mare dei provider adotta un approccio “Netflix”: salva nella tua dashboard un play-list di micro-corsi (10-15 minuti) da fare quando hai buchi di agenda e alternali a moduli deep-dive da 6-8 ore nel weekend. Ricorda che OCF, a fine anno, può chiederti la rendicontazione dettagliata: conserva attestati e screenshot in una cartella cloud denominata “Formazione YYYY” così, al momento del controllo, giri il link e via. Partecipa almeno una volta all’anno a un evento fisico di caratura internazionale, tipo il CFA Society Italy Annual Conference o il Salone del Risparmio: torni con slide fresche, contatti per partnership e una manciata di idee che valgono più di cento newsletter. Completa il pacchetto con la membership in community verticali: FinTwit per il commento “live” sui mercati, i forum di Bogleheads per il confronto metodologico, Slack privati come Advisor.Fintech per sbirciare tool e flussi operativi di colleghi sparsi per il mondo.

Il payoff? Ogni badge sul tuo profilo LinkedIn è un mattoncino di autorevolezza: ti differenzia dalla massa, ti permette di negoziare fee più alte senza imbarazzi e, soprattutto, ti mette al riparo da sorprese normative—ricordi quanto in fretta abbiamo dovuto digerire la disciplina ESG e la PSD2? Aggiornarsi, in un settore che cambia più in fretta dei trend su TikTok, non è un “nice to have”: è la polizza che tutela il tuo brand, i tuoi clienti e il tuo futuro professionale.

FAQ: Domande frequenti su come diventare Consulente Finanziario

Serve almeno un diploma di scuola superiore quinquennale. Una laurea in Economia o Finanza non è obbligatoria ma agevola la preparazione all’esame OCF e fa buona impressione sui futuri clienti.

 Devi superare l’esame OCF (Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo), che abilita sia all’offerta fuori sede (consulente “legato”) sia, con requisiti aggiuntivi, alla consulenza indipendente.

 100 quiz a risposta multipla in 150 minuti; soglia di superamento 80 risposte corrette. Le materie vanno da mercati finanziari e strumenti a normativa MiFID II, fiscalità, deontologia e antiriciclaggio.

In media 250-300 ore di studio: 3-4 mesi se ti dedichi 15-20 ore alla settimana. I corsi online con simulazioni computer-based accorciano i tempi di apprendimento.

 Sì. Tassa d’esame OCF ~100 €, contributo d’iscrizione all’Albo ~350 € (ridotto per under 30), polizza RC professionale (da 250 € l’anno) e, se necessario, un corso di preparazione (400-700 €).

Il consulente “abilitato” collabora con banche o reti e può percepire retrocessioni; l’indipendente (fee-only) è pagato solo a parcella, non vende prodotti, non trattiene asset del cliente.

Solo se scegli la strada fee-only o vuoi operare come libero professionista. Chi entra in una rete bancaria di solito ha contratto da dipendente o agente con ritenuta d’acconto.

In rete bancaria la provvigione media parte da 25-30 % dei ricavi generati; come indipendente i primi 12-18 mesi possono essere magri (10-20 k €), ma dopo il breakeven di 40-50 clienti i ricavi crescono in modo esponenziale.

Empatia, capacità di ascolto, gestione dello stress e chiarezza comunicativa. La tecnica convince, la relazione fidelizza.

Network personale, referral da commercialisti/avvocati, presenza costante su LinkedIn e webinar tematici gratuiti. Offrire un check-up del portafoglio “light” aiuta a rompere il ghiaccio.

L’iscrizione OCF impone 30 ore di formazione l’anno; certificazioni internazionali (CFA, EFPA ESG) migliorano reputazione e parcelle.

 Sì. Sei responsabile degli advice dati: una polizza RC copre errori e omissioni, ma mantenere procedure antiriciclaggio e registri MiFID è vitale per evitare sanzioni e danni d’immagine.

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Davide Ravera
Ciao! Sono Davide Ravera, autore di questo articolo, consulente finanziario indipendente iscritto all’Albo OCF e Chartered Financial Analyst®. Come consulente autonomo lavoro nell’esclusivo interesse dei miei clienti, affiancandoli nella gestione degli investimenti e nelle scelte finanziarie più importanti. Se desideri iniziare un percorso di consulenza con me, puoi prenotare qui sotto la tua prima chiamata gratuita.
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Davide Ravera
Ciao! Sono Davide Ravera, autore di questo articolo, consulente finanziario indipendente iscritto all’Albo OCF e Chartered Financial Analyst®. Come consulente autonomo lavoro nell’esclusivo interesse dei miei clienti, affiancandoli nella gestione degli investimenti e nelle scelte finanziarie più importanti. Se desideri iniziare un percorso di consulenza con me, puoi prenotare qui sotto la tua prima chiamata gratuita.