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Educazione finanziaria

Tutto sulla finanza: ecco il blog dedicato all’educazione finanziaria, alla finanza personale, al budgeting e al funzionamento dei mercati finanziari per imparare a gestire le proprie finanze e i propri investimenti con piena consapevolezza.

FAQ - Educazione finanziaria
Secondo la definizione dell’OCSE, l’educazione finanziaria «è un processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base e attraverso istruzioni, informazioni, consigli sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate, dove ricevere supporto o aiuto per realizzare tali scelte e per le azioni da intraprendere per migliorare il proprio stato e il livello di protezione». In termini pratici, possiamo indicare l’educazione finanziaria come la consapevolezza sulla gestione del proprio patrimonio, un requisito essenziale per la prosperità e il raggiungimento dei propri obiettivi finanziari.

Il livello di educazione finanziaria in Italia è sempre stato un punto debole dei risparmiatori, che si trovano da tempo agli ultimi posti fra i Paesi Ocse in termini di competenze. Nel 2020 il nostro Paese è 25esimo sui 26 del gruppo degli stati più avanzati al mondo.

Solo il 30% degli individui in Italia è dotato di alfabetizzazione finanziaria, con enormi disparità di genere, ruolo professionale e distribuzione territoriale e il 24% si dice poco o per nulla interessate alla finanza (una quota che sale al 50% fra i non investitori). Perché? Le ragioni più importanti sono essenzialmente due: innanzitutto, una mancanza generale di interesse sul tema (51%); in secondo luogo, una fiducia scarsa o nulla nei confronti del settore finanziario (47%). Quest’ultima motivazione invita una particolare riflessione, specie se si considera che la sfiducia in banche e affini supera di gran lunga, fra i fattori che inibiscono un maggiore interesse in materia finanziaria, la mancanza di denaro da investire (24%).

I numeri sono molto bassi anche tra gli studenti. Secondo l’ultima indagine OCSE Pisa, la percentuale di studenti italiani in grado di risolvere i compiti più complessi (top performer Livello 5) è meno della metà di quella registrata a livello medio OCSE (4,5% vs 10,5%), mentre circa uno studente su cinque non possiede le competenze minime necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e ben informate.

In generale, gli italiani ritengono che la difficoltà della materia finanziaria o dei contenuti che la riguardano siano, congiuntamente (55%), il principale ostacolo che limita una migliore conoscenza.

La consapevolezza economica diventa indispensabile all’intero Paese per prosperare e innovarsi: aumentare le proprie conoscenze e competenze permette da un lato di cogliere le opportunità giuste in base ai propri obiettivi finanziari e dall’altro lato aiuta a non cadere in raggiri e a non sottoscrivere strumenti finanziari non adatti alle proprie esigenze.

La cultura finanziaria, infatti, prevede di:

  • conoscere gli strumenti finanziari esistenti,
  • essere informati sui prodotti finanziari e le opportunità presenti,
  • avere un’adeguata percezione dei rischi finanziari,
  • poter compiere scelte corrette di risparmio e investimento,
  • riconoscere le truffe ed essere coscienti dei propri diritti in ambito finanziario.


I risparmiatori dotati di alfabetizzazione finanziaria registrano infatti rendimenti annuali superiori di circa lo 0,5%. Il motivo: riescono a evitare prodotti complessi e costosi e sono in grado di individuare un corretto grado di rischio del portafoglio di risparmio. Inoltre, secondo la Banca d’Italia, gli individui in grado di controllare le proprie possibilità di spesa mostrano una maggiore propensione alla progettualità economica e si cautelano contro l’incertezza lavorativa e sanitaria futura.

Gli effetti della disinformazione non hanno solo ripercussioni personali e familiari, rendendo gli individui incapaci di far fronte a eventi inattesi come la riduzione o la privazione del reddito per un certo periodo.

L’effetto economico dell’emergenza COVID-19 è stato analizzato dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, che ha considerato più indicatori di fragilità finanziaria, riscontrando che – in epoca pre-COVID – oltre il 36,6% degli intervistati non disponeva di risorse sufficienti ad affrontare più di due mesi senza reddito e due famiglie su dieci non possedevano disponibilità finanziaria per affrontare un mese in condizioni di assenza di reddito.

E a contare sono il livello d’istruzione e l’età del decisore finanziario: tra chi è in grado di coprire una mancanza di reddito fino a sei mesi si trovano infatti i possessori di laurea o più (39,1%) e gli over 65 (39,9%). Molto meno chi ha un livello di istruzione più basso e tra i giovani.

Il target soggettivo di riferimento dei processi educativi in materia finanziaria, è genericamente rappresentato dai cittadini, presi in considerazione, a prescindere dalla coincidenza o meno con lo status di consumatore di servizi finanziari. 

Tuttavia, con uno sguardo a lungo raggio e sorrette dalla convinzione di alfabetizzare gli investitori del domani, si sono moltiplicate le iniziative a favore dei giovani studenti, con riferimento ai quali i ricordati disegni di legge – i cui lavori sono tuttora in itinere – prevedono, sulla scorta delle indicazioni comunitarie, l’inserimento dell’educazione finanziaria tra gli insegnamenti scolastici.

Con il termine finanza comportamentale si indica quella branca degli studi economici che indaga i comportamenti dei mercati finanziari includendo nei propri modelli i principi di psicologia legati al comportamento individuale e sociale.

Recenti studi di psicologia hanno dimostrato come la paura di perdere soldi con una mossa sbagliata sia tre volte maggiore del piacere che deriva da un successo. E’ il caso di piccole correzioni del mercato che si trasformano in cadute consistenti semplicemente perché alimentate da stati di panico dell’investitore. Oppure ancora il caso di acquisti in massa non giustificati da particolari informazioni relative al titolo o alla società su cui si investe.

Esistono tre punti principali intorno ai quali ruotano le discussioni in tema di finanza ed economia comportamentale, essi sono:

  • l’euristica: decisioni basate su regole empiriche, approssimative, che non seguono l’analisi razionale ma vengono prese istintivamente sulla base di esperienze passate o sentimentali;
  • l’inquadramento: la decisione di chi sceglie viene influenzata dal modo con cui una decisione o un particolare quesito viene presentato;
  • le inefficienze di mercato: spiegazioni per tutte quelle situazioni che sono contrarie alle spiegazioni razionali e all’efficienza del mercato, come la valutazione errata del prezzo, processi decisionali non razionali, e anomalie sul ritorno.


 Una corretta educazione finanziaria quindi permette di non assumere comportamenti irrazionali sul mercato, senza lasciarsi condizionare da sentimenti, farsi influenzare dalla massa e non commettere errori cognitivi.

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