10 Falsi miti sugli investimenti

10 falsi miti sugli investimenti

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Durante le mie consulenze, vengo a contatto con investitori che hanno esperienze e necessità diverse, ma alcuni falsi miti sugli investimenti li toccano ad ampio raggio. In questo articolo voglio discutere 10 falsi miti sugli investimenti e quali di questi sono assolutamente miti e quali hanno invece un fondo di verità.

Se non ho abbastanza soldi, non ha senso investire

Il falso mito numero uno è che non ha senso investire se non ho abbastanza soldi da parte perchè non potrei guadagnare abbastanza. Questo non è del tutto un falso mito, nel senso che se ad esempio investiamo 500 euro e li lasciamo lì per un periodo di tempo più o meno prolungato non diventeremo certamente ricchi e non ci potremo fare molto.

D’altro canto, è molto importante a mio parere iniziare ad investire appena se ne ha la possibilità, perchè iniziando ad investire iniziamo ad abituarci anche a capire che cosa comporta investire. Si tratta di una sorta di palestra per essere pronti ad investire cifre più elevate una volta che avremo queste cifre.

E’ utile investire quando se ne ha la possibilità, anche piccole cifre. Ovviamente sono da valutare le possibilità a disposizione quando investiamo piccole cifre, ad esempio investendo 50 euro al mese non andremo da nessuna parte, però ci sarà utile per quando avremo più soldi da investire regolarmente o quando ci troveremo una grossa somma di liquidità che potremo investire. Anche piccoli investimenti possono essere quindi utili per imparare a investire e prepararsi per cifre più grandi.

Bisogna essere esperti di finanza per investire

Il falso mito numero due è quello di chi dice che bisogna essere esperti di finanza per investire. In questo caso la risposta è ni, esistono infatti strumenti come consulenti finanziari indipendenti e roboadvisor che permettono di investire efficacemente anche senza esperienza. 

Tuttavia, la consapevolezza finanziaria e la formazione sono fondamentali anche se poi si decide di affidarsi a qualche esperto per i propri investimenti. Un investitore consapevole sarà infatti in grado di dare feedback nel processo decisionale e sarà più impegnato in tutto quello che è il suo percorso di investimento. Questo perchè si renderà conto di quello che sta effettivamente facendo. 

Esistono delle strade che possono portare buoni risultati senza alcuna esperienza. Però dall’altra parte avere esperienza e conoscere le basi probabilmente può aiutarci ad avere dei migliori risultati

Investire è uguale a speculare e giocare d'azzardo

Secondo il falso mito numero tre, investire è uguale a speculare e giocare d’azzardo. La realtà dei fatti è che parliamo di speculazione all’interno degli investimenti quando stiamo scommettendo sull’andamento di un determinato strumento in un orizzonte temporale non adeguato. Ad esempio, comprare azioni per poi venderle dopo sei mesi equivale quasi a giocare d’azzardo.

Investire è costruire un percorso di risparmio e investimento per poter raggiungere determinati obiettivi, investire non è giocare d’azzardo.

Investire non è scommettere, se fatto con un orizzonte temporale e una strategia adeguata. La speculazione, cioè l’acquisto e la vendita in tempi brevi, può avvicinarsi al gioco d’azzardo, mentre l’investimento è una strategia di risparmio a lungo termine.

Devo seguire i mercati tutti i giorni

Secondo questo falso mito è necessario seguire le notizie e i mercati tutti i giorni per potere investire. Seguire i mercati quotidianamente è in realtà controproducente e genera ansia inutile. Ci sono una miriade di asset con una volatilità giornaliera importante, questa volatilità per ovvie ragioni ci mette inutili preoccupazioni.                                Questo ha anche una rilevanza dal punto di vista psicologico, le perdite tendono ad avere un impatto psicologico maggiore rispetto ai guadagni. Quindi, se si controlla il portafoglio ogni giorno, si rischia di provare più ansia nei giorni di calo che gioia nei giorni di crescita. Inoltre, le discese di mercato tendono ad essere più rapide e brusche, aumentando il disagio.

È meglio monitorare il portafoglio con frequenza minore e concentrarsi sugli obiettivi e sul renderimento del portafoglio a lungo termine. Seguire i mercati infatti ha in fin dei conti effetti negativi su quelli che possono essere i nostri risultati. Meno guardiamo i mercati e meno guardiamo il nostro portafoglio meglio staremo

Bisogna aspettare il momento giusto per entrare nel mercato

Per il falso mito numero cinque, bisogna aspettare il momento giusto per entrare a mercato. Questa pratica è un errore noto come “market timing” ed è impossibile da realizzare con successo.

Cercare il “timing” perfetto per entrare o uscire dal mercato è quasi impossibile. Anche se in retrospettiva può sembrare ovvio che si sarebbe potuto vendere in un determinato momento di picco o comprare in un momento di calo, questa capacità di prevedere il futuro non è realistica.

Il focus dovrebbe essere sull’asset allocation e sugli obiettivi personali, non sul cercare il momento perfetto. Il momento migliore per investire o per disinvestire non lo conosciamo. Quello che possiamo valutare è se la nostra asset allocation è adeguata a quelli che sono gli obiettivi e se ci sono segnali di un’eccessiva euforia nel mercato, che potrebbero indicare la necessità di una maggiore cautela.

il miglior rendimento si ottiene mantenendo un portafoglio ben diversificato e adeguato ai propri obiettivi. Cercare di fare “market timing” entrando e uscendo dal mercato in base alle proprie previsioni non porta benefici e può anzi essere dannoso. Invece di cercare di anticipare i movimenti del mercato, bisogna valutare periodicamente il proprio portafoglio e apportare modifiche se necessario, ma sempre con un orizzonte temporale di lungo periodo.

Gli immobili sono un investimento sicuro

Per il falso mito numero sei, gli immobili sono un investimento sicuro e se vogliamo investire con sicurezza una parte del nostro patrimonio dovremmo metterla nel mercato immobiliare. La storia recente, specialmente in Italia, dimostra che il mercato immobiliare non è un porto sicuro. Anche gli immobili, come altri investimenti, possono subire delle fluttuazioni di prezzo e non sono esenti da rischi.

Contrariamente a quanto si possa pensare, gli immobili non sono un investimento sicuro. Come qualsiasi altra forma di investimento, anche il mercato immobiliare è soggetto a rischi e potenziali perdite. Il valore di un immobile può infatti diminuire nel tempo a causa di diversi fattori. Investire in immobili richiede un orizzonte temporale di lungo periodo. Non si tratta di un investimento a breve termine e il ritorno sull’investimento può richiedere un periodo di tempo significativo. Un aspetto importante da considerare è il rischio di concentrazione. Investire in un singolo immobile significa concentrare tutto il proprio capitale in un unico bene. Questa concentrazione aumenta l’esposizione al rischio, perché il valore dell’intero investimento dipende da un singolo asset. 

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Voglio il massimo rendimento possibile

Per il falso mito numero sette sugli investimenti, si ricerca il massimo rendimento possibile quando si va ad investire. Più alto è il rendimento, meglio è per l’investitore medio. Questa idea è in realtà fuorviante e non tiene conto delle diverse situazioni individuali.

Non esiste infatti un rendimento “massimo” universale che vada bene per tutti. Ogni investitore ha variabili di partenza totalmente personali, come la propria situazione finanziaria, gli obiettivi di investimento e la tolleranza al rischio. Pertanto, il rendimento “ottimale” è quello che massimizza il risultato date le specifiche circostanze individuali. L’obiettivo non dovrebbe essere semplicemente cercare il rendimento più alto possibile, ma piuttosto massimizzare il rendimento che si può ottenere in base alle proprie variabili personali. Questo significa che una strategia di investimento che potrebbe essere ideale per una persona potrebbe non essere adatta per un’altra. Ad esempio, una persona con un orizzonte temporale a lungo termine potrebbe essere più propensa a investire in asset più rischiosi con maggiori potenziali guadagni, mentre una persona con un orizzonte temporale più breve potrebbe preferire investimenti più conservativi.

Prima di puntare al massimo rendimento, è fondamentale che ogni investitore valuti attentamente le proprie circostanze, gli obiettivi di investimento e la tolleranza al rischio. Solo così sarà possibile creare un portafoglio di investimenti adatto alle proprie esigenze e massimizzare il rendimento possibile.

Il miglior luogo per investire è la banca

Secondo l’ottavo falso mito sugli investimenti, le banche sono il miglior luogo per investire. Le banche e i consulenti bancari in realtà hanno spesso interessi diversi da quelli dei clienti. Questo significa che le loro raccomandazioni di investimento potrebbero non essere sempre le più vantaggiose per l’investitore, ma piuttosto quelle che generano maggiori profitti per la banca stessa. “Se non paghi il prodotto, sei tu il prodotto”, in altre parole, i guadagni della banca derivano dalle decisioni di investimento del cliente, il che crea un potenziale conflitto di interessi. L’obiettivo principale della banca è generare profitto, e questo obiettivo potrebbe non coincidere con l’obiettivo di massimizzare il rendimento dell’investimento del cliente. Di conseguenza, le raccomandazioni della banca potrebbero non essere sempre le più adatte alle esigenze e agli obiettivi specifici dell’investitore.

Esistono due alternative per superare questo problema:
  • consulenti finanziari indipendenti: affidarsi a un consulente finanziario indipendente, il cui interesse principale è quello di massimizzare i guadagni del cliente, poiché non è legato a una specifica istituzione finanziaria.
  • consapevolezza e autonomia: diventare consapevoli delle proprie esigenze e prendere decisioni di investimento in autonomia, acquisendo una conoscenza di base dei mercati finanziari e dei prodotti disponibili

Queste due alternative non si escludono a vicenda. Si può beneficiare sia dell’assistenza di un consulente indipendente sia dell’accrescimento della propria consapevolezza finanziaria per prendere decisioni più informate.

Se un investimento passato è andato bene, andrà bene anche in futuro

Falso mito numero 9, “se un investimento passato è andato bene, andrà bene anche in futuro“. In questo caso ci si basa sull’idea che le performance passate di un investimento siano un indicatore affidabile dei suoi risultati futuri, ma questa è una convinzione errata e potenzialmente pericolosa.

Non è affatto detto che un investimento che ha avuto successo in passato continuerà a performare bene in futuro. Le condizioni di mercato e le circostanze economiche cambiano continuamente, e questi cambiamenti possono influenzare drasticamente i risultati di un investimento. Le circostanze economiche e di mercato sono in continua evoluzione. Fattori come politiche monetarie, eventi geopolitici, innovazioni tecnologiche e cambiamenti nel sentiment degli investitori possono influenzare le performance degli investimenti. Di conseguenza, ciò che ha funzionato bene in passato potrebbe non funzionare altrettanto bene in futuro.

È importante considerare tutti i fattori che possono influenzare un investimento, non solo la sua performance passata. Occorre valutare attentamente il contesto attuale e le prospettive future, piuttosto che basarsi unicamente sui risultati degli anni precedenti.

Più diversifico, meglio è

Il falso mito numero 10, “più diversifico meglio è“, suggerisce che aumentare il numero di strumenti finanziari in un portafoglio porti automaticamente a una maggiore diversificazione e quindi a una riduzione del rischio. Questa idea è semplicistica e potenzialmente errata.

La diversificazione non consiste semplicemente nell’accumulare un gran numero di strumenti finanziari diversi. La diversificazione efficace richiede una strategia ben definita e una comprensione chiara degli obiettivi e dei rischi. Avere nel proprio portafoglio una varietà di ETF e azioni, come il Nasdaq, l’S&P 500, l’MSCI World, Apple, Amazon, Tesla, Meta e Alphabet, non garantisce di per sé una buona diversificazione se non si comprende la correlazione tra questi strumenti. La diversificazione deve avere una logica. Non basta aggiungere strumenti diversi; bisogna capire perché si sta sovrappesando determinati componenti e quale risultato finale si vuole ottenere. Una tale allocazione potrebbe andare bene, ma è fondamentale avere una ragione precisa per tale scelta.

Non è il numero di strumenti in un portafoglio che ne determina la bontà, ma la loro effettiva diversificazione. Un portafoglio con pochi strumenti ma ben diversificati può essere più efficace di un portafoglio con molti strumenti, ma correlati tra loro. La chiave è la qualità della diversificazione, non la quantità.

Davide Ravera

Davide Ravera

Ciao, sono Davide Ravera, consulente finanziario indipendente iscritto all'Albo e al CFA Program. Dopo esperienze come analista equity, risk management e portfolio management presso due importanti banche austriache, ho intrapreso la strada come consulente finanziario autonomo per poter aver un impatto positivo sulle scelte finanziarie delle persone.