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Partita IVA per consulenti finanziari indipendenti

come iniziare a investire

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Stai riflettendo sul tuo futuro e vorresti diventare consulente finanziario, ma non hai ben chiara la differenza tra le varie figure e gli adempimenti fiscali necessari come consulente? In questo articolo cercheremo di comprendere le varie opzioni lavorative e di sfatare qualche mito sulla partita IVA per consulenti finanziari. L’obiettivo finale sarà quello di capire come deve amministrare fiscalmente la sua attività un consulente finanziario.

Io sono Davide Ravera, sono un consulente finanziario indipendente, e in questo articolo parliamo del lavoro del consulente finanziario e dei suoi adempimenti fiscali. Spero questo articolo possa supportare tanti futuri consulenti nella valutazione di una attività imprenditoriale, voglio trattare in particolare della mia esperienza, con qualche pillola più tecnica, ovvero:

  • Chi è il consulente finanziario indipendente e la differenza rispetto al consulente bancario e il consulente abilitato all’offerta fuori sede;
  • Cos’è la partita iva, come ho aperto la partita iva e quali potrebbero essere le soluzioni per chi vuole diventare consulente finanziario.

La differenza tra consulente finanziario indipendente e consulente dipendente

Iniziamo quindi parlando di tre figure distinte, il consulente bancario, il consulente abilitato all’offerta fuori sede (ex promotore) e il consulente finanziario autonomo. I tre hanno tutti a che fare con le finanze personali e forniscono consulenza finanziaria ai loro clienti. Tuttavia, ci sono alcune differenze significative tra di loro.

In primo luogo, il consulente bancario dipendente è appunto dipendente e non opera in partita IVA, bensì viene stipendiato dalla banca. Qua abbiamo la prima differenza con le altre figure, ossia avremo consulenti che lavorano in proprio (con o senza mandato di una istituzione finanziaria) e consulenti dipendenti.

Una prima scelta da prendere all’inizio della carriera è quindi piuttosto personale, ossia la preferenza tra il lavoro in proprio e quello da dipendente. Infatti, ci potrebbe essere chi, ritrovandosi con una mentalità maggiormente imprenditoriale, si sente più adatto in un lavoro con partita iva. Al contrario qualcun altro potrebbe trovarsi meglio come dipendente per le maggiori motivazioni di una realtà aziendale di un certo tipo e il tipo di lavoro che solitamente può dare più possibilità di staccare al di fuori delle giornate e degli orari di lavoro.

Tipologie e differenze di consulenti a cui affidarsi in ambito finanziario

Ma parliamo delle differenze anche nella professione.

  • Innanzitutto, il consulente bancario lavora per una banca o un’istituzione finanziaria e offre consulenza ai clienti della banca sui prodotti e servizi finanziari disponibili. Lavorando direttamente per la banca, comprendiamo già quali potrebbero essere le priorità di questo consulente… In questo caso parliamo di consulenti dipendenti.
  • Il consulente abilitato all’offerta fuori sede, ex-promotore finanziario, ha un profilo simile al consulente bancario, ma è appunto inquadrato come libero professionista. Questi sono autorizzati a offrire consulenza e vendere prodotti finanziari ai loro clienti. In questo caso possono offrire prodotti di diverse società di investimento e di conseguenza può cambiare la remunerazione: 
 
  • Alcuni consulenti guadagnano dalle retrocessioni nelle vendite. Le varie realtà offrono compensi relativi alla quantità di fondi che questi consulenti riescono a piazzare
 
  • Altri consulenti guadagnano attraverso la  parcella applicata ai clienti. In questo caso parliamo di consulenti fee-based, consulenti che guadagnano tramite parcella, ma potrebbero guadagnare anche per i prodotti piazzati.

In generale anche questa figura non garantisce una indipendenza al cliente finale.

Infine, il consulente finanziario autonomo è completamente indipendente e lavora per conto proprio. Gli autonomi sono autorizzati a offrire la gamma completa di prodotti finanziari a seconda del profilo del cliente e non sono legati ad alcuna istituzione finanziaria specifica. Inoltre, sono tenuti ad agire sempre nell’interesse del loro cliente e non hanno obblighi nei confronti di un terzo datore di lavoro. Questa è la figura regolamentata dall’albo OCF a cui viene appunto richiesto un requisito di indipendenza, ossia non trovarsi in situazione di conflitto d’interessi con emittenti o intermediari di prodotti finanziari. 

In sintesi, sebbene tutti questi professionisti forniscano consulenza finanziaria, le differenze principali tra loro sono il tipo di azienda per cui lavorano e il livello di indipendenza che hanno. Solo il consulente finanziario autonomo è completamente indipendente e lavora esclusivamente nell’interesse del suo cliente.

Questa distinzione era necessaria per chiarire le differenze tra le varie professioni. Ora ipotizziamo che tu sia un futuro consulente e abbia compreso che la figura del consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede o quella del consulente finanziario indipendente facciano al caso tuo. In questo caso dovrai per forza di cose aprire partita IVA per i tuoi adempimenti fiscali. Infatti dovrai nel caso del consulente abilitato fatturare il tuo dovuto alla tua banca o assicurazione di riferimento, mentre nel caso del consulente indipendente fatturare direttamente i tuoi compensi ai clienti.

Cos’è la partita IVA

Ma iniziamo spiegando brevemente cos’è la partita IVA. La partita IVA è un codice univoco di 11 cifre che permette di identificare un soggetto che svolge attività rilevanti ai fini di imposizione fiscale. Se svolgete una attività autonomamente, o se avete una azienda, sarà necessario aprire una partita IVA per fatturare e dichiarare regolarmente tutti i compensi che riceverete da soggetti terzi come dicevamo.

Mi piacerebbe sfatare un mito riguardo alla partita IVA. In Italia si parla della libera professione associandola spesso alle rogne burocratiche. In realtà, almeno per iniziare, gestire un’attività è a mio parere relativamente semplice, così come assolverne gli obblighi.

La mia esperienza con la partita IVA

Anche io, come professionista ho dovuto aprire partita IVA nel 2014. Nel 2021 quando sono diventato consulente finanziario indipendente ho poi dovuto semplicemente aggiornare la mia attività, modificando il codice ATECO primario. Questo è composto da una serie di numeri che identificano la tipologia di attività che andrete a svolgere con la partita IVA.

Anche il codice ATECO varia a seconda della tipologia di attività, per riferimento ad altri consulenti o futuri consulenti il mio è: 70.22.09, il codice ATECO che identifica le “altre attività di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale”, mentre quello di un consulente finanziario abilitato all’offerta è 66.19.21, che identifica esattamente le “attività di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede”.

Quindi, anche da un punto di vista fiscale, le due attività sono catalogate in modo diverso.

Come gestire la propria attività di consulente

Da un punto di vista pratico, l’inizio dell’attività di consulenza è sicuramente facilitato come dipendente e come consulente abilitato all’offerta fuori sede per il supporto che si ha dalla rete e i compensi iniziali che possono garantire una maggiore certezza. D’altro canto fare qualcosa di proprio e aprire uno studio di consulenza indipendente, completamente sconnesso da qualsiasi banca o rete, può dare tutto un altro tipo di soddisfazione e non tornerei mai indietro nella mia scelta

Se l’obiettivo è quello di lavorare in proprio il mio consiglio è sempre quello di prendersi un rischio in più, nei limiti del possibile, perché si è poi sempre in tempo per tornare indietro. La scelta sicura e all’interno della propria zona comfort, difficilmente è la migliore.

Però come iniziare l’attività senza clienti: una strada può essere quella di costruire qualcosa da zero, mentre si porta avanti un altro lavoro. Io ho costruito la mia community di YouTube, pur non sapendo che avrei poi deciso di fare il consulente, mentre stavo lavorando per una banca nel team di Portfolio Management.

Un’alternativa può essere quella di iniziare dalla rete per costruirsi una professionalità e poi muoversi verso un’attività in proprio successivamente con maggiori garanzie di un portafoglio clienti e delle certezze riguardanti il percorso che si vuole intraprendere.

Non esiste mai una strada migliore, ma sempre una strada migliore per te. La chiave sta nell’individuare e valutare, giorno dopo giorno, a seconda delle motivazioni e degli interessi.

Spero che l’articolo sia stato utile, nel caso potete commentare facendomi sapere cosa ne pensate. 

Noi ci sentiamo in un prossimo articolo!

Davide Ravera

Davide Ravera

Ciao, sono Davide Ravera, consulente finanziario indipendente iscritto all'Albo e al CFA Program. Dopo esperienze come analista equity, risk management e portfolio management presso due importanti banche austriache, ho intrapreso la strada come consulente finanziario autonomo per poter aver un impatto positivo sulle scelte finanziarie delle persone.