Come iniziare ad investire da zero nel 2025: guida completa

Come iniziare ad investire da zero nel 2025
Indice

Iniziare a investire da zero può sembrare un’impresa complessa, soprattutto se non hai mai avuto esperienze dirette con i mercati finanziari o se temi di commettere errori che possano compromettere i tuoi risparmi. La buona notizia è che costruire un piano d’investimento efficace non è un privilegio per pochi esperti: chiunque, con metodo e disciplina, può intraprendere questo percorso. Ciò che serve è un approccio consapevole e strutturato, che ti permetta di evitare scelte impulsive e di ridurre al minimo i rischi di errori comuni.

In questa guida vedremo insieme i passaggi fondamentali per iniziare ad investire nel 2025, partendo dalla conoscenza della propria situazione finanziaria fino alla scelta degli strumenti e alla gestione disciplinata del portafoglio. L’obiettivo non è solo quello di investire, ma di farlo con una strategia chiara e sostenibile, capace di accompagnarti nel tempo e di resistere anche ai periodi più turbolenti dei mercati.

Conoscere la propria situazione finanziaria

Il punto di partenza di ogni percorso di investimento è avere piena consapevolezza della propria situazione economica. Sorprendentemente, molte persone non hanno un quadro chiaro delle loro finanze: non sanno esattamente quanto entra e quanto esce ogni mese, né hanno un inventario aggiornato del proprio patrimonio. Questo porta spesso a decisioni frammentarie, prese senza una visione d’insieme.

Oltre a monitorare il reddito, è importante mettere ordine anche sul piano patrimoniale: quali conti possiedo, dove sono collocati i miei risparmi, quanti immobili ho, quali investimenti sono attivi e con quali istituti. Avere una fotografia completa ti permette di capire come allocare le risorse in modo più efficiente.

Infine, prima ancora di pensare agli investimenti, è necessario costruire un fondo di emergenza. Si tratta di una somma di liquidità pari a 6–12 mesi di spese che funge da cuscinetto contro imprevisti come la perdita del lavoro, spese mediche improvvise o guasti costosi. Questo fondo evita di dover disinvestire in fretta nei momenti peggiori, preservando la stabilità del tuo piano.

Definire obiettivi chiari e realistici

Investire senza obiettivi equivale a navigare senza bussola. Prima di scegliere gli strumenti è fondamentale capire cosa vuoi ottenere e in quanto tempo. Gli obiettivi possono variare molto in base alla fase della vita in cui ti trovi e alle tue priorità personali:

  • Breve termine (1–3 anni): spese mediche importanti, acquisto auto, corsi di formazione.

  • Medio termine (3–10 anni): comprare casa, avviare un’attività, accumulare capitale per un progetto familiare.

  • Lungo termine (oltre 10 anni): costruire un capitale previdenziale, vivere di rendita, garantire stabilità economica ai figli.

Stabilire un orizzonte temporale preciso per ciascun obiettivo ti permette di scegliere gli strumenti finanziari più adeguati e, soprattutto, di non confondere i risparmi di breve periodo con gli investimenti destinati al lungo termine. Questo passaggio è decisivo per evitare frustrazione e mosse sbagliate quando avrai bisogno di liquidità.

Conoscere la propria tolleranza al rischio

Uno degli aspetti più sottovalutati dai principianti è la tolleranza al rischio. Sulla carta, quasi tutti dicono di poter sopportare cali del 20% o del 30%. Ma quando il portafoglio scende realmente, l’impatto emotivo può portare a decisioni impulsive: vendere nel momento peggiore o abbandonare la strategia.

La tolleranza al rischio è qualcosa di profondamente personale, influenzata non solo dal patrimonio o dal reddito, ma anche dalla tua psicologia e dalla tua esperienza con gli investimenti. Definirla in modo realistico è fondamentale per costruire un portafoglio che non solo abbia senso sul piano finanziario, ma che ti permetta di dormire tranquillo anche nei periodi di volatilità dei mercati.

Costruire l’asset allocation

Una volta chiariti obiettivi e rischio, si passa al cuore del processo: l’asset allocation, ovvero la ripartizione del patrimonio tra diverse classi di investimento. In termini pratici, significa decidere quale percentuale dedicare ad azioni, obbligazioni, liquidità e altri asset come oro, immobili o previdenza complementare.

Le azioni offrono potenzialità di rendimento elevato ma anche una volatilità maggiore. Le obbligazioni sono più stabili, ma con rendimenti inferiori. Altri strumenti, come gli immobili o i fondi pensione, aggiungono ulteriori elementi di diversificazione.

La diversificazione è la chiave per ridurre i rischi senza sacrificare i rendimenti. Non significa investire “un po’ ovunque” senza criterio, ma combinare strumenti che si muovono in modo diverso, così che le perdite di una parte del portafoglio possano essere compensate dai guadagni di un’altra.

Come iniziare ad investire da zero nel 2025

Fondi pensione e previdenza complementare

Molti principianti sottovalutano la previdenza, concentrandosi solo sul breve termine. In realtà, inserire da subito un ragionamento sulla pensione integrativa può portare benefici notevoli.

Versare il TFR in un fondo pensione chiuso offre vantaggi difficilmente replicabili altrove:

  • Rendimenti superiori alla rivalutazione aziendale media.

     

  • Contributo extra da parte del datore di lavoro.

     

  • Tassazione agevolata al momento del riscatto (che può scendere fino al 9%).

     

Se invece non si ha accesso a un fondo chiuso, o si desidera aumentare i versamenti, si può valutare un fondo pensione aperto. Questi strumenti offrono maggiore libertà di scelta, ma hanno in genere costi più alti rispetto agli ETF e una minore flessibilità nella gestione dell’asset allocation. La scelta dipende dagli obiettivi previdenziali personali, dal reddito e dalla fase della vita.

Considerare gli immobili nel patrimonio complessivo

In Italia, una larga parte del patrimonio delle famiglie è legata agli immobili. Questo è un aspetto che non va trascurato quando si ragiona di investimenti. È quindi importante chiedersi:

  • Possiedo già immobili e in che misura?

  • Ho intenzione di acquistare una casa nei prossimi anni?

  • Gli immobili che possiedo generano reddito (affitti) o solo spese?

Chi ha già una forte esposizione immobiliare rischia di avere un patrimonio poco liquido e scarsamente diversificato. In questi casi può essere utile bilanciare con strumenti finanziari più flessibili, così da avere la possibilità di muoversi in base alle esigenze senza vincolarsi troppo al mercato immobiliare.

La scelta degli strumenti giusti

Una volta definita la strategia generale, arriva il momento di scegliere gli strumenti concreti su cui investire. La regola di base è privilegiare strumenti semplici, trasparenti e con costi ridotti. Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono spesso la scelta migliore per chi inizia: replicano indici di mercato, hanno commissioni contenute e permettono di diversificare in modo immediato.

Al contrario, strumenti come fondi attivi costosi, polizze assicurative complesse o prodotti finanziari poco chiari rischiano di erodere i rendimenti o di nascondere rischi difficili da valutare. Ogni strumento va scelto con logica: se non ne capisci appieno il funzionamento o se i costi superano i benefici, è meglio evitarlo.

Ribilanciamento e disciplina

Un portafoglio non rimane mai uguale a sé stesso: col tempo, gli strumenti crescono o calano in misura diversa e le percentuali si spostano. Per questo è necessario ribilanciare periodicamente riportando le proporzioni iniziali al livello stabilito. Il ribilanciamento ti permette di mantenere il profilo di rischio coerente con i tuoi obiettivi e di non ritrovarti sovraesposto a un singolo asset.

Ma la vera chiave del successo è la disciplina. Significa rispettare le regole che ti sei dato, evitare di cambiare strategia al primo calo del mercato e continuare a investire anche quando i rendimenti temporaneamente non sono entusiasmanti. È proprio nei momenti difficili che si gettano le basi per i risultati futuri.

Ottimizzazione fiscale

Un aspetto spesso ignorato, ma che può fare una grande differenza nel lungo periodo, è la fiscalità. Conoscere il funzionamento dello zainetto fiscale e sapere come compensare minusvalenze e plusvalenze ti consente di ridurre l’impatto delle tasse e migliorare il rendimento netto del portafoglio.

Gli ETF, ad esempio, non permettono di compensare le minusvalenze. Per questo può essere utile affiancare strumenti come ETN o ETC, che offrono maggiore flessibilità da questo punto di vista. Pensare alla fiscalità fin dall’inizio significa avere un portafoglio più efficiente e pronto a resistere anche nelle fasi di prelievo o decumulo.

Conclusione

Iniziare a investire da zero non significa buttarsi a caso nel primo strumento finanziario che capita. Significa, invece, conoscere se stessi, definire obiettivi chiari, costruire un piano coerente e portarlo avanti con disciplina. Il percorso non sarà sempre lineare: ci saranno momenti di crescita e momenti di calo, ma ciò che fa davvero la differenza è la costanza con cui mantieni la rotta.

Ricorda che investire non è una corsa a breve termine, ma una maratona: i risultati si costruiscono con il tempo, con scelte razionali e con la capacità di non farsi travolgere dalle emozioni. E se all’inizio ti sembra complicato, sappi che ogni grande investitore è partito proprio da dove sei tu adesso: dal primo passo.

FAQ – Domande frequenti su come iniziare ad investire

Non serve un grande capitale per iniziare. Anche poche centinaia di euro al mese, investite con costanza in un PAC (Piano di Accumulo Capitale) su ETF, possono fare la differenza nel lungo periodo. L’aspetto più importante non è la cifra iniziale, ma la regolarità: il tempo e la disciplina sono i veri alleati di un investitore.

 Il cosiddetto “momento giusto” per entrare sui mercati non esiste: nessuno è in grado di prevedere con certezza cosa succederà domani. Rimandare continuamente porta solo a perdere opportunità. Iniziare subito, magari con piccoli importi e con un PAC, permette di mediare i prezzi e di ridurre il rischio di entrare nel momento sbagliato.

Il fondo di emergenza è un cuscinetto di liquidità che serve a proteggerti da imprevisti come la perdita del lavoro, spese sanitarie improvvise o guasti importanti. Senza questo margine di sicurezza, rischi di dover vendere i tuoi investimenti nei momenti peggiori, perdendo denaro. Tenerlo separato dagli investimenti ti garantisce serenità e stabilità.

Per chi inizia da zero, gli ETF rappresentano spesso la scelta migliore. Sono facili da capire, replicano indici di mercato, hanno costi molto bassi e ti permettono di diversificare subito. Al contrario, strumenti più complessi come fondi attivi costosi o polizze assicurative con mille clausole rischiano di complicare le cose senza aggiungere valore reale.

Gli immobili fanno parte del patrimonio di moltissimi italiani e possono essere un buon investimento se generano reddito (ad esempio attraverso affitti). Tuttavia, avere troppe risorse concentrate in immobili può ridurre la liquidità e la diversificazione del patrimonio. In generale, chi possiede già diverse proprietà dovrebbe valutare di bilanciare con strumenti finanziari più liquidi, così da avere maggiore flessibilità.

I fondi pensione chiusi sono riservati a determinate categorie di lavoratori e hanno spesso costi più bassi e il vantaggio del contributo del datore di lavoro. I fondi pensione aperti, invece, sono accessibili a tutti e permettono più libertà nella scelta, ma generalmente hanno costi più elevati e una gestione meno efficiente rispetto agli ETF. La scelta dipende dalla tua situazione lavorativa e dagli obiettivi previdenziali.

Un buon modo per capirlo è chiedersi come reagiresti a un calo improvviso del 20–30% del tuo portafoglio. Se l’idea ti toglie il sonno, significa che il tuo portafoglio è troppo aggressivo rispetto alla tua tolleranza al rischio. Ricorda: il portafoglio giusto non è quello che rende di più sulla carta, ma quello che riesci a mantenere nel tempo senza farti condizionare dalle emozioni.

Se non effettui il ribilanciamento, rischi di ritrovarti con un portafoglio sbilanciato. Per esempio, se le azioni crescono molto, la loro quota nel portafoglio aumenta oltre il livello desiderato, esponendoti a rischi superiori a quelli che avevi pianificato. Il ribilanciamento ti permette di mantenere la coerenza con i tuoi obiettivi, riducendo l’impatto delle oscillazioni di mercato e mantenendo un buon rapporto rischio/rendimento.

Immagine di Davide Ravera
Davide Ravera
Ciao! Sono Davide Ravera, autore di questo articolo, consulente finanziario indipendente iscritto all’Albo OCF e Chartered Financial Analyst®. Come consulente autonomo lavoro nell’esclusivo interesse dei miei clienti, affiancandoli nella gestione degli investimenti e nelle scelte finanziarie più importanti. Se desideri iniziare un percorso di consulenza con me, puoi prenotare qui sotto la tua prima chiamata gratuita.
Andrea Bussoletti - Futura SCF

Cerchi un consulente finanziario indipendente?

Parla gratis con i nostri esperti, risponderemo a tutte le tue domande per aiutarti nei tuoi investimenti e nelle tue scelte finanziarie più importanti.