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PIP: Piano Individuale Pensionistico

Ad aggiungersi alle strategie per costruire una previdenza complementare, si può pensare anche di ricorrere ad un Piano Individuale Pensionistico (PIP). Per maggiori informazioni sul tuo caso specifico, puoi prenotare una consulenza previdenziale.

PIP Piano individuale pensionistico

Cos'è il PIP?

Il PIP non è altro che una forma pensionistica supplementare che si va ad unire alla previdenza obbligatoria statale. Si forma tramite un contratto di assicurazione sulla vita al quale si può aderire su base individuale non facendo distinzione dalla nostra attività lavorativa, a differenza invece dei fondi pensione chiusi.

Il PIP dunque può avvicinarsi come idea più al fondo pensione aperto, considerando che anch’esso può essere sottoscritto su base individuale, ma con delle sostanziali differenze. Una su tutte è la contabilizzazione della gestione separata, la quale permette di avere il capitale investito garantito dato che gli strumenti sono tenuti a bilancio al prezzo di acquisto e che quindi, non viene contabilizzata nessuna perdita legata agli strumenti. Per fare un esempio, rispetto aziende come Societa’ Cattolica Di Assicurazione o Axa avranno patrimoni separati ed autonomi i fondi, i quali saranno destinati solo al pagamento delle prestazioni agli iscritti.

I vantaggi di Piano Individuale Pensionistico

Come per le altre tipologie di previdenza complementare, il PIP porta numerosi vantaggi fiscali, come potrebbe essere una deducibilità delle contribuzioni dal reddito IRPEF fino a circa 5.000€ l’anno, evitando così di pagare meno imposte sui redditi. Allo stesso tempo si possono portare a deduzione anche i versamenti effettuati a favore di familiari fiscalmente a carico.

L’aliquota sostitutiva del 26% sulle plusvalenze viene ridotta a 20%, mentre la pensione complementare e il capitale sono tassati con un’aliquota agevolata che varia tra il 15% e il 9% in base agli anni di partecipazione al PIP. In questo senso viene tassata solo la parte relativa ai contributi precedentemente dedotti e alle quote di TFR versate.

Nella stessa maniera le anticipazioni o riscatti della posizione individuale per far fronte a spese o imprevisti, come vedremo nello specifico dopo, avranno anch’essi tassazione ridotta a seconda degli anni di accumulo. Oltretutto, il PIP non può essere destinatario di conferimento del TFR per i lavoratori dipendenti del settore pubblico (o con modalità tacite per i lavoratori dipendenti del settore privato).

Per non tralasciare nessun punto si specifica come, sia nella prima che nella seconda tipologia sopra elencate, le prestazioni di cui l’investitore beneficerà nel momento della riscossione dipenderanno dell’importo complessivo dei contributi versati, della durata (elemento fondamentale per spingere ad iniziare quanto prima la costruzione del piano pensionistico) del periodo di contribuzione, dai costi che si sostengono negli anni e dei rendimenti ottenuti.

Si ricorda che il PIP viene distinto nelle due tipologie di ramo I e ramo II, le quali vanno ad indicare uno una rendita prestabilita a priori, mentre la seconda Unit-Linked la quale rendita dipende dalla prestazione di un fondo d’investimenti a cui sono collegati. La seconda aumenterà di conseguenza la rischiosità del prodotto e con essa la possibilità di un maggiore rendimento.

I costi e i comparti del PIP

Una voce da tenere sempre in considerazione sono proprio i costi in quanto spesso in questi prodotti vi sono applicati costi capaci di erodere gran parte del nostro guadagno. Per poter scegliere dunque al meglio questi prodotti bisogna avere una conoscenza a 360 gradi così da avere un approccio più sartoriale possibile alle esigenze che ognuno degli investitori mostra. Per fare un esempio, se si dovessero scegliere due prodotti con solo l’1% di differenza nell’ISC (Indicatore sintetico di costo), si potrebbe ridurre il capitale accumulato in 35 anni di circa il 18 per cento (passando dunque da 100.000 a 82.000 euro).

Oltretutto ci sono delle scelte da fare anche sul tipo di comparto verso il quale si decide di andare, cambiando l’esposizione ai costi e al ritorno in maniera netta. Anche qua generalmente si hanno quattro differenti linee:

  • Garantito, dove si offre per l’appunto un rendimento garantito;
  • Obbligazionario, si investe principalmente in titoli obbligazionari;
  • Bilanciato, si investe in azioni e obbligazioni in percentuali simili;
  • Azionario, investono solo o principalmente in azioni. 
 

Ognuno di questi comparti avrà un costo differente a seconda del rendimento e del lavoro nella gestione, il quale dovrà combaciare con gli interessi dell’investitore e della strategia secondo la quale si vuole lavorare. 

Le modalità di riscossione del denaro nel PIP

Una volta che si hanno maturati almeno cinque anni di partecipazione al fondo (PIP) una volta arrivati al momento del pensionamento si possono scegliere diverse modalità di riscossione di quanto accumulato:

  • Tutto il capitale accumulato in rendita (entrata continuativa mensile), che costituirà la nostra pensione complementare;
  • Fino ad un massimo del 50% del montante accumulato in capitale e il restante in rendita;
  • Tutta la tua posizione in capitale ma solo se il 70% del montante accumulato (capitale iniziale e interessi maturati nel tempo) ti dà una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale. 
  • Come altre forme di pensione, il PIP può essere reversibile in favore sia del coniuge sia di un’altra persona da te indicata. Nel caso di morte anticipata durante invece la fase di accumulo di capitale, il tutto verrà visto al pari di una proprietà e dunque potrà essere riscattato dai nostri diretti eredi o persone che sono state indicate da noi.

Come già sottolineato precedentemente, lo stato Italiano concede delle riscossioni anticipate nel momento in cui avvengono eventi inattesi. Si riportano le motivazioni di anticipazioni concesse direttamente dal regolamento COVIP:

Art. 13 – Anticipazioni. L’aderente può conseguire un’anticipazione della posizione individuale maturata nei seguenti casi e misure: 

  • a) in qualsiasi momento, per un importo non superiore al 75 per cento, per spese sanitarie conseguenti a situazioni gravissime attinenti a sé, al coniuge o ai figli, per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche; Aliquota che varia dai 15% al 9% a seconda degli anni di partecipazione al PIP;
  • b) decorsi otto anni di iscrizione a forme pensionistiche complementari, per un importo non superiore al 75 per cento, per l’acquisto della prima casa di abitazione, per sé o per i figli, o per la realizzazione, sulla prima casa di abitazione, degli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia, di cui alle lettere a), b), c), d) del comma 1 dell’art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380; Aliquota applicata del 23%;
  • c) decorsi otto anni di iscrizione a forme pensionistiche complementari, per un importo non superiore al 30 per cento, per la soddisfazione di ulteriori sue esigenze.  Aliquota applicata del 23%;

A questo si va aggiungere una aggiunta possibilità, stando sotto la sezione Riscatti, che permette in base ad altre situazioni economiche/sociali di poter ritirare tutto o parte della posizione individuale con sempre un’agevolazione fiscale presente.

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La consulenza pensionistica per il PIP è il servizio che offro ai miei Clienti per analizzare insieme le opportunità di investimento legate alla situazione previdenziale. Il servizio comprende:

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